Metodologia Orff ®


Non soltanto “cosa” fare, ma soprattutto “come” elaborare un percorso formativo, strutturato e al contempo dinamico e flessibile, significativo e ricco di senso? Per chi? Perché? Più dettagliatamente: chi, cosa, come, perché?
Secondo l’approccio pedagogico attivo incarnato dall’Orff-Schulwerk si può tracciare un percorso di carattere operativo e individualizzato (per contesto e utenza) che prevede la partecipazione attiva dell’insegnante nel modo più autentico e vitale possibile.
L’Orff integra e utilizza elementi utili o strategie provenienti da altri approcci e metodi, ad esempio: dalla Music Learning Theory di E. E. Gordon, dall’Euritmica Dalcroziana, dagli studi di R. Von Laban, dal Kodàly ecc. Il gioco costituisce un elemento determinante e trasversale su tutte le proposte contemplate dal progetto formativo, poiché il bambino acquisisce la capacità di sperimentare linguaggi e azioni attraverso regole e modalità che contraddistinguono l’esperienza ludica più significativa.



La conduzione di una lezione di musica, che risulti piacevole e al contempo produttiva, richiede un’attenta pianificazione, una modalità efficace di interrelazione e la possibilità di attingere da un ventaglio di proposte diversificate che risultino interessanti e al contempo ricche di “sostanza”.
Oggi come ieri un gruppo-classe può presentarsi come particolarmente eterogeneo e impegnativo nella gestione delle dinamiche relazionali a causa delle diverse sensibilità, interessi, competenze e attitudini; per differenze culturali, di etnia, lingua e religione. Si richiede al docente la capacità di individuare e valorizzare le competenze in entrata e di stimolare l’acquisizione di nuove “skills” nel singolo come nel gruppo e fare in modo che vengano messe in campo – in gioco – in modo virtuoso. È proprio il gioco, da intendersi nella sua accezione più alta, il mezzo principe capace di suscitare interesse e mantenere alta la motivazione ad apprendere. Nei bambini come pure in età adulta. “Giocare è una cosa seria” (J. Bruner). Farlo in musica ne sublima l’essenza. L’elaborazione di un percorso stimolante e l’attuazione di strategie adeguate al contesto agevola l’adesione del singolo e del gruppo a un progetto comune, a una “mission estetica”, che permette un’inclusione vera e un dialogo tra le diversità e le identità, le quali divengono risorsa per il gruppo classe (gruppo di lavoro) e si manifestano concretamente “in” arte.  L’arte del “fare” musica.

Dalla VOCE —>   al CORPO —>   fino ad arrivare allo STRUMENTO MUSICALE. È possibile esplorare e performare:

  • La vocalità: attività di stampo corale, la voce cantata (unisono, canone, contrappunto, armonizzazioni ecc.), la voce parlata: testi e filastrocche: training vocale e apprendimento di melodie dal mondo. 
  • Il movimento: propriocezione, consapevolezza del corpo e delle possibilità espressivo/performative, movimento creativo e danze strutturate (da lavoro condiviso o di matrice etnica), body-music, una corporeità intesa come fattore fondante dell’apprendimento musicale e comunicazione.
  • Lo strumentario ritmico: esplorazione delle possibilità sonore dello strumentario percussivo (djembe, congas, bongos, sound-shapes, boomwakers, tamburi, strumenti costruiti con materiali di recupero ecc.) Sonorizzazioni di eventi narrati, storie, immagini, emozioni e drammatizzazioni a tema. Realizzazione di brani ritmico-strumentali, ostinati a strati, stacchi, drum-circle e performance strutturate/non (afro, samba ecc.) Integrazione tra movimento, voce e strumenti. 
  • Lo strumentario Orff a piastre: xilofoni, metallofoni, glockenspiel. Realizzazione di brani con l’accompagnamento di strumentario a barre intonate, esplorazione delle scale modali, pentatoniche. Fondamenti dell’arrangiamento per la didattica nella scuola primaria e media inferiore. Alfabetizzazione musicale per la lettura e scrittura della musica (STUDIO49).

Ponendo una particolare attenzione e utilizzando spunti operativi a:

  • Interdisciplina, tra lingua, matematica, storia e materie curricolari. Associazione dell’esperienza musicale con altre forme d’arte: musica e danza/mimo/espressione corporea, teatro-musica, musica e immagine, musica e lettura, musica e arti plastico pittoriche. 
  • Relazione (efficace) e socialità: giochi e attività per l’identità, l’incontro, l’interazione, la cooperazione.

L’insegnante/operatore, attraverso una specifica formazione da enti accreditati, ha l’opportunità di raffinare competenze:

  • Non verbali: per supportare lo sviluppo personale e sociale dei bambini, aiutandoli a costruire relazioni significative nel gruppo, promuovendo l’ascolto e l’attenzione e affrontare con maggiori risorse specifici deficit (motori, cognitivi, relazionali); 
  • Teorico-musicali: acquisendo fondamentali riferimenti, nozioni e strumenti per utilizzare la musica e il movimento nelle varie sfere cognitive (attenzione, percezione, memoria) 
  • Performative, attraverso la partecipazione e la comprensione profonda di materiali musicali (canti, danze, orchestrazioni ecc.) e del processo di apprendimento soggiacente.
  • Metodologiche, attraverso l’esplorazione di vari approcci didattico-pedagogici tra loro integrabili
  • Interdisciplinari, migliorando la proposta didattico-formativa attraverso l’esperienza che connette musica, danza, e arti e materie curricolari. 
  • Creative, esperendo la dimensione dell’apprendimento cooperativo nella condivisione delle conoscenze e competenze in ambito musicale – oltre che relazionale.
  • Relazionali e nella promozione sociale, stimolando la partecipazione attiva di tutti i bambini, individualmente, in piccoli gruppi, nel grande gruppo attraverso proposte che sappiano ingaggiare interesse e motivare all’apprendimento;
  • Comunicative: esplorando la relazione efficace messa in atto a favorire la performance e dall’auto-valutazione.

Con le seguenti finalità:

  • Apprendere i principi metodologici alla base delle attività. 
  • Ideare in piena autonomia delle efficaci unità di lavoro e “programmare” un percorso didattico da svolgere durante l’anno scolastico coi bambini, integrando gli elementi didattico-pedagogici appresi durante la formazione con quelli preesistenti.
  • Affrontare con creatività e consapevolezza i temi dell’integrazione interculturale, della valorizzazione della diversa abilità e della promozione del benessere e in classe.
  • Possedere un ventaglio di modelli a cui ispirare le proprie scelte operative o da replicare direttamente in classe.

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